Lettera a Dio
Ho già scritto
delle innumerevoli lettere e messaggi a diverse persone. Ho già iniziato
diversi dialoghi via scrittura. Ma oggi scrivo a Te. Mi sento indegno della liberta di dirigere
qualunque parola al Dio innominabile, insólito, misterioso (e per lo più rendere
pubblica la comunicazione).
Sì, lo so, la
tua grazia si manifesta con maggiore potenza negli indegni. Infatti, ho la
carenza di questa grazia.
Consapevole
dell’enormità della potenza dell’amore, guardo i miei passi accanto a te e mi
agito. Le mie profonde incoerenze, esitazioni molte volte vigliacche,
precipitazioni e stupide decisioni mi hanno lasciato in imbarazzo per chiamarti
signore, e ancora meno, amico.
Strano.
Nonostante tutto, noto il quanto sono Amato e accolto. Nel sentimento di
percepirmi caro, alzo la testa, listo i giorni e fronteggio, con serenità, la tragica
sorte che spetta a tutti i mortali. Prima o poi, assenta dal corpo, proverò la
pienezza di vedermi immerso in te. Intanto nella limitazione di camminare a
gattoni nella vita, ripeto il grido dei santiche mi precedettero: l’Agnello di
Dio, che toglie il peccato del mondo, abbi misericordia di me.
Soli Deo
Gloria
Ricardo
Gondim
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