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Visualizzazione dei post da luglio, 2016

Preghiera di perdono

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Abbiamo commesso crimini contro l'umanità e li abbiamo attribuiti ai Tuoi disegni. Usiamo la Bibbia, addirittura le parole di Gesù  per legittimare la guerra, genocidi, pogrom, stragi. Schiavisti frequentarono  la scuola domenicale, e nelle invasioni colonialiste chiedevano la tua benedizione attraverso i cappellani. Diamo la colpa alla donna, allo straniero, al diverso, per i mali che noi stessi siamo responsabili. Abbiamo inutilmente accumulato quello che non utilizzeremo mai. Siamo avidi e non ce ne rendiamo conto. Abbi pietà di noi, Signore. Non riusciamo a spiegare perché l'esilio di Israele in Egitto durò quattrocento anni. Non ha senso l'Inquisizione essersi  trascinata per oltre duecento anni. Abbiamo fallito nel giustificare lo sterminio di intere culture da gruppi missionari che volevano catechizzarli. Non c’è logica che tenga la perversità di tante persone scomparire in crematori, fosse comuni e nella bomba atomica. Abbi pietà di noi, S

Gentilezza, s'il vous plaît

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Il critico letterario brasiliano Antonio Candido ha difeso la cronaca letteraria nel testo "La vita a livello del suolo". Lui ha smontato l'idea che la cronaca non appartiene al “genere maggiore” della letteratura . Candido dice: "Dal momento che non si può immaginare una letteratura fatta da grandi scrittori, drammaturghi e poeti, nemmeno pensare di assegnare il Nobel ad un cronista, per quanto fosse il più bravo. Grazie a Dio, - sarebbe il caso di dire che così, rimane vicino a noi." Ogni volta che imbastisco alcune riflessioni su una qualsiasi sensazione che il quotidiano mi impone, lo ammetto: Antonio Candido aveva ragione. La sfida di scrivere ci dovrebbe dare vita a livello del suolo. Converso con pensatori alternativi. Voglio sapere come la gente che apprezza i film, la pedagogia, la filosofia, la politica e la teologia affronta la deliziosa tragedia di esistere. Tutto in me chiede più sapere. Se ho capito un po’ del bene, rimango sconbus

Su ombre e luci

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                            Si dice che l'architetto brasiliano Oscar Niemeyer progettò la Cattedrale di Brasilia come metafora in cemento, ferro e sabbia del Salmo 23. A differenza di altre chiese, l’ingresso scende verso il basso, scuro. È la valle dell’ombra e della morte. Il sentiero, però, arriva allo spazio ampio e luminoso dove s’incontra Dio. Il Salmo e la Cattedrale e descrivono la vita di molti, che si declina e si oscura. C'è sempre qualcuno che sente la strada, già stretta, abbassare il  livello e restringersi di più. Le poche luci disturbano i passi. La discesa è da far perdere i sensi. Quando mancano le forze, l'anima mostra segni di stanchezza e chiede "un po' più di calma." Nella metà dei miei cinquant'anni ho vissuto dei giorni così, amari e tristi. Addirittura il corpo ha assorbito l’abbattimento dell'anima. Mi vantavo sempre di essere un buon dormiglione. Ma senza sapere come, ho cominciato a svegliarmi tra le tre e

Quando finisce la notte?

Il rabbino Pinchas chiese ai suoi discepoli come riconoscere il momento in cui la notte finisce e comincia il giorno. "È il momento in cui c'è abbastanza luce per distinguere un cane da una pecora?" Chiese uno dei discepoli. "No", rispose il rabbino. "E 'il momento possiamo distinguere una palma data da un fico?" Chiese il secondo. "No, non è questo il momento," rispose il rabbino. "Questo è quando arriva la mattina?" Chiese ai discepoli. "Anche no. È quando si guarda il volto di qualsiasi persona e la riconosciamo come nostro fratello o nostra sorella ", rispose il rabbino Pinchas. E concluse: "Finché non ci riusciamo, è sempre notte."