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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

L'icona della libertà.

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Mio padre sognava la possibilità di un giorno emigrare in Canada. Prigioniero politico, s’immaginò sparire un giorno, evaporare semplicemente, in qualunque città fredda per noi perché non menzionassero mai più il suo nome. Papà scherzava quando parlava delle tonache. Invidiò i preti. "In tonaca", dissero, "le parti intime respirano senza stretta". Negli anni odiosi della dittatura militare del ’64, diventò intensa l’ossessione per la libertà. Mio padre credè che quella libertà doveva cominciare dai genitali, che essi avevano bisogno di spazio per muoversi “senza difficoltà." Io crebbi con tale urgenza. Nell'adolescenza, io volli "andare via” dal Ceará. Il mio sette settembre accaderebbe sulla pista dell'aeroporto. Sognavo un giorno gridare "indipendenza o morte" oltre i diecimila metri di altitudine. Io volli andare inoltre il perimetro stretto di Fortaleza. Intanto non riuscivo a fuggire, m’iscrissi nei corsi di inglese, tedesco e l'