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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Il mio Dio piange

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  Ci sono momenti in cui il dolore è crudele, disperato, incessante, soffocante. Tali occasioni portano a chiedersi: Dov'è Dio? se i vicoli sono bui, se le case popolari sono immonde, se i corridoi dell'obitorio sono affollati, se la fossa comune del cimitero viene abbandonata, se gli omicidi si moltiplicano, se c'è un'ingiustizia inutile? Nella sofferenza la memoria del passato si fa tenebrosa, l'esperienza del presente deludente e la prospettiva del futuro angosciata. Il dolore stringe come un serpente, schiaccia come un fardello, macina come un mulino; e la peggiore delle consolazioni è: "Dio tiene il controllo". "Questa sofferenza era per il tuo bene." Sono diventato ateo di questo Dio, sovrintendente del male. Per me, il Dio che ha il controllo ha inventato la Gestapo, si è degnato di torturare in Cile e ha gestito la carneficina del Ruanda. Il Dio che alcuni chiamano Sovrano non è che un despota, elevato al potere infinito. Il Dio della Pro

Preghiera

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  "Se qualcuno ha sete, venga da me e beva"  [Giovanni 7.37] Vengo da te, Maestro delle parabole, assetato di poesia. Ho spaziato per compendi esatti. Ho vagato per pensatori ermetici. Li ho letti e riletti. Nei recessi dell'anima, però, rimango assetato. Sono nel tramonto nella vita. In mezzo alla mancanza di delicatezze, prometto di prestare maggiore attenzione alle tue storie, Maestro della narrativa. Ho bisogno di sentire l'inudibile. Sezionare analiticamente tutto non porta al mistero. Nel cercare di risolvere l'imperscrutabile, ti esaurisci. Solo la poesia conduce all'arcobaleno del soprappensiero. Solo in parole vestite di allegoria si possono percepire le complessità dell'eterno. Desidero meditare; ruminare nell'insolito e volare sopra le nuvole. Mentre contemplo il mondo dall'alto, vedrò santi e cattivi, eroi e timidi, signore e meretrici come un'unica umanità. Abbandono l'obiettivo di risolvere i paradossi. Ammetto, Maestro dell&#