La brutta fine del movimento evangelico.
Il mondo gospel (evangelico o neopentecostale) ha realizzato
la prodezza di affermarsi, in Brasile,
con alcune caratteristiche: il nanismo culturale, la superficialità morale, il
pragmatismo della ricchezza facile, l’ipocrisia moralistica ed il fondamentalismo
teologico.
Quelli che ancora si considerano evangelici forse non
lo sanno: le radici del movimento, in passato, con Billy Graham, hanno
concepito una versione trionfalista della fede. Era la salvezza del fondamentalismo,
la quale insisteva affermando che riusciva a leggere la bibbia letteralmente.
Fondamentalisti, tuttavia, nell’insistenza di sostenere di essere i proprietari
della verità biblica, sono finiti isolati per via dello Scopes
Trial; in esso,
creazionisti ed evoluzionisti si sono confrontati in un tribunale, e i
creazionisti
hanno fatto una brutta figura.
Gli “Evangelicals„ hanno cercato di uscire da queste cerchie
strette; hanno proposto, allora, un certo dialogo con la cultura, con le
scienze e con le arti. Ma, siccome non si sono mai separati dal fondamentalismo,
la proposta è finita in un retrocesso. Negli Stati Uniti, soprattutto dopo Donald
Trump, gli evangelici sono peggiorati, tornando ai primordi del fondamentalismo.
In Brasile, oltre ad approvare l’agenda moralistica e fondamentalista gringa, gli evangelici “si sono neopentecostalizzati”
. Ed il risultato è stato disastroso: sono diventati uno scherzo nazionale.
Purtroppo, il movimento, con i loro “eroi„, non si
riassume alla religiosità sradicata, iconoclasta, senza bellezza, magro in
arte sacra – e che sopravvive agli slogan, luoghi comuni e frasi fatte.
Gli evangelici sono diventati altamente creativi in un'altra dimensione: nelle
innovazioni magiche, nelle campagne mirabolanti di
miracoli spettacolari. Hanno realizzato la prodezza di trasformare il cammino
di un falegname ebreo in un mega concerto di miracoli e prosperità.
Tutta la macchina religiosa è stato lubrificata per
produrre segni e con loro, dividendi. Ho sentito un rinnomato leader
neopentecostale, che discorreva sui molti tipi di pescatori nel regno di Dio.
Alla fine, ha completato: “Alcuni pescano con la rete, altri utilizzano l’uncino
con esca. Nella nostra chiesa, non abbiamo vergogna di utilizzare della cacca
come esca “. Dopo lo spavento, mi sono ricordato che basta accendere la
televisione, la radio, o frequentare qualuque auditorio per notare che ha ragione.
L'odore cattivo di pescheria scappa dalla rete.
Così, i neopentecostali si sono affermati come
un supermercato grottesco di servizi (e prodotti) religiosi. Si vende di tutto:
scopa sacra, Bibbia “unta”, sale grosso, acqua del fiume Giordano, mattone
della benedizione, asciugamano miracoloso. Il fedele, percepito come un consumatore,
inizia a relazionarsi con Dio usando le basi del mercato: cercando un migliore
servizio (benedizione) con un prezzo inferiore.
Con un appello molto
forte e competente, molto in sintonia con i desideri delle masse, il
neopentecostalismo è diventato il discorso egemonico. È proprietario di emittenti
televisive, in prima serata, ed ha un influente schieramento di politici. Con
così grande successo, i protestanti storici hanno perso spazio. Già i
pentecostali classici si sono visti costretti ad adottare dei metodi simili – il
neopentecostalismo rieimpie auditori e rende i pastori, vescovi ed apostoli, ricchissimi.
I neopentecostali hanno sviluppato una spiritualità da
“autogrill„. Non hanno bisogno di legami comunitari. Sacralizzano i tempi,
valorizzano i mega raduni, e basta. Dio è la merce e la speranza, venduta, serve
soltanto ad alienare. La chiesa si trasforma in bancone in cui una stregoneria
efficace è offerta ininterrottamente. Le persone, manipolate ed alienate, si
ammalano, siccome i pastori non sono che dei lupi voraci. Per finanziare la
macchina religiosa, il neopentecostalismo non riesce a vederci le persone, ma soltanto
il potenziale di contribuire. Ed se c’è alcun fallimento in questa grande
offerta, la colpa ricade sempre sul fedele: lui “non ha avuto fede “, “non ha
sacrificato con sincerità “, “non ha dato il decimo “.
Il movimento evangelico è diventato ostaggio del suo proprio
marketing; siccome pretende di dominare il mondo mediatico (radio e
televisione), il messaggio non è altro che neurolinguistica rachitica. La
testimonianza autentica evangelica si è persa per l'importanza dello scenario.
(Il mezzo è il messaggio). Gli annunci dei contenuti della fede sono
finiti in secondo piano dinnanzi alla forza dell'immagine – che trasforma
tutto in simulacro. Ecco perché i televangelisti soccombono, caricature di se
stessi.
Vanitosi, millantandosi di avere la loro elezione di
“missionario della salvezza del Signore„, il movimento cresce
numericamente ma perde, nella stessa proporzione, la sua credibilità. Gesù avvisò
i discepoli: “Voi dovete essere il sale della terra “; tuttavia, ha aggiunto un
avvertimento: “Se il sale perde il suo sapore, a nient’altro serve che essere
buttato via e calpestato da uomini e donne„.
Soli Deo gloria
Ricardo Gondim
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