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Il mio Dio piange

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  Ci sono momenti in cui il dolore è crudele, disperato, incessante, soffocante. Tali occasioni portano a chiedersi: Dov'è Dio? se i vicoli sono bui, se le case popolari sono immonde, se i corridoi dell'obitorio sono affollati, se la fossa comune del cimitero viene abbandonata, se gli omicidi si moltiplicano, se c'è un'ingiustizia inutile? Nella sofferenza la memoria del passato si fa tenebrosa, l'esperienza del presente deludente e la prospettiva del futuro angosciata. Il dolore stringe come un serpente, schiaccia come un fardello, macina come un mulino; e la peggiore delle consolazioni è: "Dio tiene il controllo". "Questa sofferenza era per il tuo bene." Sono diventato ateo di questo Dio, sovrintendente del male. Per me, il Dio che ha il controllo ha inventato la Gestapo, si è degnato di torturare in Cile e ha gestito la carneficina del Ruanda. Il Dio che alcuni chiamano Sovrano non è che un despota, elevato al potere infinito. Il Dio della Pro

Preghiera

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  "Se qualcuno ha sete, venga da me e beva"  [Giovanni 7.37] Vengo da te, Maestro delle parabole, assetato di poesia. Ho spaziato per compendi esatti. Ho vagato per pensatori ermetici. Li ho letti e riletti. Nei recessi dell'anima, però, rimango assetato. Sono nel tramonto nella vita. In mezzo alla mancanza di delicatezze, prometto di prestare maggiore attenzione alle tue storie, Maestro della narrativa. Ho bisogno di sentire l'inudibile. Sezionare analiticamente tutto non porta al mistero. Nel cercare di risolvere l'imperscrutabile, ti esaurisci. Solo la poesia conduce all'arcobaleno del soprappensiero. Solo in parole vestite di allegoria si possono percepire le complessità dell'eterno. Desidero meditare; ruminare nell'insolito e volare sopra le nuvole. Mentre contemplo il mondo dall'alto, vedrò santi e cattivi, eroi e timidi, signore e meretrici come un'unica umanità. Abbandono l'obiettivo di risolvere i paradossi. Ammetto, Maestro dell&#

I tre personaggi

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Tre personaggi sono già passati attraverso le tracce dell'esistenza. Uno era conosciuto come santo, l'altro come profeta e l'ultimo come poeta. Il santo incarnò la sua verità, e senza rendersene conto diffuse luce, profumo, dolcezza. Lui, il più delle volte, mostrò nelle sue scelte l'aura che i pittori adornarono su quello che era straordinario. I santi amarono spensieratamente, accolsero liberamente, salvarono indistintamente. Il profeta proclamò, parlò, sgridò sotto il peso dell'Assoluto; mosso da una sacra intuizione, denunciò quello che gli pareva sbagliato. Il suo sguardo apparteneva all'Eterno e il suo cuore alla gente. Lui fu il grillo all'orecchio del re, il martello sul tavolo del giudice, il dito sul volto dell'uomo religioso. Il poeta estrasse come fosse oro, raccolse dei nuovi sensi, dei   nuovi mondi, una nuova vita; nella sua ricerca attirò l'angoscia che la sventura universalizzava; disegnò le frecce della sofferenz

La mia fede

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                                                               Nella mia fede, vedo Dio non come un Giudice rigoroso, o come Potente assoluto. Dio è per me uno Spirito ispiratore; Lui fa risorgere i desideri per un mondo di solidarietà, giustizia e pace. Scrivo il suo nome e balbetto Volontarietà, Gradimento, Intenzionalità. Poiché credo in un Dio che ama infinitamente, ho perso la paura di guardare dentro me stesso; Non esito a cercare il passato e non divento Piccolo quando affronto il   futuro. Non mi addoloro delle mie imperfezioni. Mi rifiuto di piegarmi alla colpa, o alla vergogna, per   vecchi difetti. (Con tale consapevolezza, cerco di trattenermi dalla presunzione). Nutro una spiritualità che rende felice la mia religione. Non mi ritiro più davanti a Dio come i bambini davanti al re. Non ho paura delle qualità severe di una Maestà celeste. Il mio Signore personifica il calore dell’abbraccio della madre che ho perso e l'incoraggiamento del padre che mi ha

Lettera a Dio

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Ho già scritto delle innumerevoli lettere e messaggi a diverse persone. Ho già iniziato diversi dialoghi via scrittura. Ma oggi scrivo a Te.   Mi sento indegno della liberta di dirigere qualunque parola al Dio innominabile, insólito, misterioso (e per lo più rendere pubblica   la comunicazione). Sì, lo so, la tua grazia si manifesta con maggiore potenza negli indegni. Infatti, ho la carenza di questa grazia. Consapevole dell’enormità della potenza dell’amore, guardo i miei passi accanto a te e mi agito. Le mie profonde incoerenze, esitazioni molte volte vigliacche, precipitazioni e stupide decisioni mi hanno lasciato in imbarazzo per chiamarti signore, e ancora meno, amico. Strano. Nonostante tutto, noto il quanto sono Amato e accolto. Nel sentimento di percepirmi caro, alzo la testa, listo i giorni e fronteggio, con serenità, la tragica sorte che spetta a tutti i mortali. Prima o poi, assenta dal corpo, proverò la pienezza di vedermi immerso in te. Intanto nella limita

Antonimi

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             Il libero non si rassegna al compulsorio Chi crede nella grazia non millanta i meriti Il giusto non accetta il criterio discriminatório La bontà non ammette lista di proscritti Una legge imposta che si sdoppia in migliaia di altre norme Allargare la coscienza implica in più responsabilità Un’azione causata, venuta fuori dall’essere non fa riforme Il successo implica saldare l’amicizia ad alcuna fedeltà. Soli Deo Gloria Ricardo Gondim

Il futuro non arriva, lo creiamo noi.

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Non credo nella fortuna. Non ho paura della sfortuna. Non vivo ad aspettare che “tutto si sistemi alla fine". Credo che il Dio macchinista, colui che conduce a storia sulle rotaie della sua volontà sovrana, sia un idolo. La gente ha la forza di definire gli itinerari. Noi stabiliamo le destinazioni – siamo la pietra nel cammino o il ponte che aggiusta le rotture; siamo la fine della pista o la via della possibilità; siamo la pessima memoria o la nostalgia che sorride; siamo una spalla all’amico o la causa dell'ulcera. Responsabili in qualche modo per i visi felici, noi guariamo. Generatori d'angoscia, ci ammaliamo. La nostra compagnia porta la possibilità di fortificare l’autostima o traumatizzarla. Insegniamo a come riprendersi o spingiamo al fango. Siamo stati creati per essere creativi. Nella breve storia umana abbondano dei registri del processo come culture superarono i loro ostacoli. Se il mordere la carne cruda era difficile, imparammo a cucinarla. Se l

Figli dell'Impossibile

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Se c’è da inebriarsi di qualcosa, che sia del vino dello spirito. Nel vento selvaggio, che ci culla da un lato all'altro come dei pannolini sulla corda da bucato, lasciamo che la bellezza, il formidabile e l’abbagliante ci riempiano. Se esiste qualche gravità spirituale, che essa ci pieghi sotto il giogo della mansuetudine. Che una presenza ci tuffi nel mistero insondabile. Liberiamo le braccia, rilassiamo le spalle, alleviamo la mascella e navighiamo nell'oceano interminabile del trascendente;  esso è dolce . Siamo convinti che l’ombra di Dio si rivela nell'ala della graúna*, nel ruscello senza pretesa, che corre da qualche valle, nello sguardo dell'anziano ed in ogni gesto d'amore. Inzuppiamo i corpi con l’azzurro del cielo. Non dimentichiamo: l'universo senza confini è fonte di paura e di verità. Imariamo ad apprezzare i piccoli gesti. Rammentiamo i momenti fugaci – coloro che esistono soltanto nella retina degli occhi spirituali. Non lasciamo mori

La brutta fine del movimento evangelico.

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 Il mondo gospel (evangelico o neopentecostale) ha realizzato la prodezza di  affermarsi, in Brasile, con alcune caratteristiche: il nanismo culturale, la superficialità morale, il pragmatismo della ricchezza facile, l’ipocrisia moralistica ed il fondamentalismo teologico. Quelli che ancora si considerano evangelici forse non lo sanno: le radici del movimento, in passato, con Billy Graham, hanno concepito una versione trionfalista della fede. Era la salvezza del fondamentalismo, la quale insisteva affermando che riusciva a leggere la bibbia letteralmente. Fondamentalisti, tuttavia, nell’insistenza di sostenere di essere i proprietari della verità biblica, sono finiti isolati per via dello Scopes Trial ; in esso, creazionisti ed evoluzionisti si sono confrontati in un tribunale, e i creazionisti hanno fatto una brutta figura. Gli “Evangelicals„ hanno cercato di uscire da queste cerchie strette; hanno proposto, allora, un certo dialogo con la cultura, con le scienze e con