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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Il futuro non arriva, lo creiamo noi.

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Non credo nella fortuna. Non ho paura della sfortuna. Non vivo ad aspettare che “tutto si sistemi alla fine". Credo che il Dio macchinista, colui che conduce a storia sulle rotaie della sua volontà sovrana, sia un idolo. La gente ha la forza di definire gli itinerari. Noi stabiliamo le destinazioni – siamo la pietra nel cammino o il ponte che aggiusta le rotture; siamo la fine della pista o la via della possibilità; siamo la pessima memoria o la nostalgia che sorride; siamo una spalla all’amico o la causa dell'ulcera. Responsabili in qualche modo per i visi felici, noi guariamo. Generatori d'angoscia, ci ammaliamo. La nostra compagnia porta la possibilità di fortificare l’autostima o traumatizzarla. Insegniamo a come riprendersi o spingiamo al fango. Siamo stati creati per essere creativi. Nella breve storia umana abbondano dei registri del processo come culture superarono i loro ostacoli. Se il mordere la carne cruda era difficile, imparammo a cucinarla. Se l

Figli dell'Impossibile

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Se c’è da inebriarsi di qualcosa, che sia del vino dello spirito. Nel vento selvaggio, che ci culla da un lato all'altro come dei pannolini sulla corda da bucato, lasciamo che la bellezza, il formidabile e l’abbagliante ci riempiano. Se esiste qualche gravità spirituale, che essa ci pieghi sotto il giogo della mansuetudine. Che una presenza ci tuffi nel mistero insondabile. Liberiamo le braccia, rilassiamo le spalle, alleviamo la mascella e navighiamo nell'oceano interminabile del trascendente;  esso è dolce . Siamo convinti che l’ombra di Dio si rivela nell'ala della graúna*, nel ruscello senza pretesa, che corre da qualche valle, nello sguardo dell'anziano ed in ogni gesto d'amore. Inzuppiamo i corpi con l’azzurro del cielo. Non dimentichiamo: l'universo senza confini è fonte di paura e di verità. Imariamo ad apprezzare i piccoli gesti. Rammentiamo i momenti fugaci – coloro che esistono soltanto nella retina degli occhi spirituali. Non lasciamo mori

La brutta fine del movimento evangelico.

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 Il mondo gospel (evangelico o neopentecostale) ha realizzato la prodezza di  affermarsi, in Brasile, con alcune caratteristiche: il nanismo culturale, la superficialità morale, il pragmatismo della ricchezza facile, l’ipocrisia moralistica ed il fondamentalismo teologico. Quelli che ancora si considerano evangelici forse non lo sanno: le radici del movimento, in passato, con Billy Graham, hanno concepito una versione trionfalista della fede. Era la salvezza del fondamentalismo, la quale insisteva affermando che riusciva a leggere la bibbia letteralmente. Fondamentalisti, tuttavia, nell’insistenza di sostenere di essere i proprietari della verità biblica, sono finiti isolati per via dello Scopes Trial ; in esso, creazionisti ed evoluzionisti si sono confrontati in un tribunale, e i creazionisti hanno fatto una brutta figura. Gli “Evangelicals„ hanno cercato di uscire da queste cerchie strette; hanno proposto, allora, un certo dialogo con la cultura, con le scienze e con