Gentilezza, s'il vous plaît
Il critico letterario brasiliano Antonio Candido ha
difeso la cronaca letteraria nel testo "La vita a livello del suolo". Lui ha
smontato l'idea che la cronaca non appartiene al “genere maggiore” della
letteratura . Candido dice: "Dal momento che non si può immaginare una
letteratura fatta da grandi scrittori, drammaturghi e poeti, nemmeno pensare di
assegnare il Nobel ad un cronista, per quanto fosse il più bravo. Grazie a Dio,
- sarebbe il caso di dire che così, rimane vicino a noi."
Ogni volta che imbastisco alcune riflessioni su una
qualsiasi sensazione che il quotidiano mi impone, lo ammetto: Antonio Candido
aveva ragione. La sfida di scrivere ci dovrebbe dare vita a livello del suolo.
Converso con pensatori alternativi. Voglio sapere come la
gente che apprezza i film, la pedagogia, la filosofia, la politica e la
teologia affronta la deliziosa tragedia di esistere. Tutto in me chiede più sapere.
Se ho capito un po’ del bene, rimango sconbussolato con
il male. Provo inquietudine con le calamità naturali. Mi ribello contro il male universale. Le sventure che l'umanità
produce non hanno senso. Mi identifico con chiunque osi mettere in
discussione la necessità di un sistema o di una ideologia, o di una politica, o
di un Dio, che causi la morte di migliaia di persone. Chi usa la perversità per
far ingrannare la storia sembra sadico.
Ho bisogno di sapere se c'è anche uno scopo più grande.
Cosa fa che la divinità provochi - o passivamente accetti - la sofferenza e la
miseria? Se c'è tale intenzionalità, mi ribello me stesso contro di essa. Provo
inquietudine nella mia anima. Acconsento al compito di smentire l'affermazione
che la gloria di Dio dipende da genocidi e massacri, o la distruzione di un
fiume.
Mi metto in aperta opposizione al teismo - aperto o
chiuso. Il mio intuito mi dice che l'intera percezione di Dio, seduto su un
trono dall'alto schienale, come organizzatore sovrano della storia, finisce in
fatalismo. Purtroppo, l'idea che non siamo altro che marionette nelle mani di
un Dio sovrano rimane intatta nella pratica di molte comunità cristiane. Io non
posso accettarlo. Come mai un Dio che ha l'universo sotto il suo controllo
potrebbe acconsentire ad un attacco terroristico o l'avidità di una
multinazionale che devasta con un sistema socio-ambientale? Questo Dio è più
facilmente spiegato nella filosofia greca che nei racconti della Bibbia
ebraica.
Scrivo questo sito piuttosto per testardaggine. Non intendo,
su ogni linea, di giustificare ciò in
cui credo e perché. Metto a disagio, ne sono consapevole, senza l’intenzione di
essere controverso. Spero, soltanto, che la tensione delle idee ci tolga dalla dipendenza
di ripetere frasi-fatte. La vita è pericolosa e molte volte tragica. Il dolore
dell'esistenza non supporta gli slogan. Tutta la riflessione sul qui e ora deve
essere grave e inquietante.
Non mi vanto di offrire delle risposte definitive. Io
non le ho. Ogni cronaca o saggio dovrebbe portare a nuove domande. Cresciamo
solo nel coraggio di continuare a trebbiare dubbi; e se abbiamo il coraggio di
destabilizzare le vecchie certezze. C’è lutto addirittura in addii concettuali. Fa male dire addio alle idee
puerili.
Si consiglia di
chiedere: il dolore degli altri è sufficiente per darci disposizione ad uscire
dalle ragioni assolute? La fede che dà stabilità non serve. La
fede fa senso solo se ci incoraggia ad
affrontare l'insolito e l'inevitabilità della morte. La storia non ci ha
portato in paradiso. Ogni giorno diventa sempre più evidente che il
provvedimento delle delizie promesso dalla modernità non si è concretizzato. Il
mondo è stato inghiottito da nuovi tipi di violenza. Siamo diventati inventivi
negli ultimi tempi nella costruzione di nuovi modi per uccidere. Non sappiamo quale
strada prendere. Possiamo solo dire che l'unica strada che rimane proibita è la
violenza.
In mezzo a tanto dolore, ricordo la poesia di Manoel de
Barros: “Volevo solo portare al mio fianco
quello che può essere portato come la carta dal vento.” Anche io. Ho voglia
di portare la mia riflessione, l'impertinenza di una lacrima, la fragilità di
un singhiozzo e la leggerezza di una preghiera. Il mondo, sempre più freddo,
individualistico e cinico scarseggia di persone con un po' di umanità - e di
sguardo gentile.
Soli Deo Gloria
Ricardo Gondim
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