Agli umili, l’avvenire.
La
vita non smette di stupire. Il tempo segue non lineare; Esso dà svolte, corre a
scatti. Raffiche di vento gettano contro le rocce l’esistenza. Le contingenze vengono
come onde impetuose. Spesso ci troviamo spinti a luoghi che non desideriamo. Angosciati,
siamo mossi da decisioni altrui. Inadatti e timorosi, ci rendiamo conto che la
storia si sviluppa come un qualsiasi romanzo a puntate. Cosa fare?
Non
troviamo i modi di controllare, soggiogare o imporre la nostra volontà.
Sentiamo
che la vita ci schiaffeggia. Sappiamo appena come preservare la nostra
biografia. Siamo vulnerabili. La gente inclemente ci fa male. Siamo gettati su lastricati
freddi. Il nostro sonno ci viene agitato. Abbiamo paura della notte. Sogniamo
saccheggi voraci che, crampo dopo crampo, possono derubarci della semplice
voglia di vivere.
Alcuni
cercano di minare la nostra autostima. Altri ci ricordano che non siamo
diventati ciò che abbiamo progettato per noi stessi. Non smettono di ricordare
che abbiamo promesso di non perpetuare i vizi che abbiamo visto nei nostri
genitori, e che finiamo col morderci la lingua.
Il
rigoglio di vivere svanisce in mezzo alla banalità del male. Il vedere diventa qualcosa di dolente. Davanti alla svalutazione della vita, corriamo il rischio di imbruttirci.
Leggiamo, impariamo, amiamo e ci emozioniamo, ma vediamo la falce dell’ingiustizia
mietere dei bambini. Il ticchettio della storia non segue il cronometro della
nostra speranza.
Alcuni
avvertono che dobbiamo comportarci come sciacalli in branchi, distruggendoci a
vicenda. Ci sono scuole che richiedono la nostra conformità. Ci viene insegnato
a non essere riluttanti. Dicono che ci amareggiamo se non accettiamo l'orrore
universale. Ci suggeriscono che è meglio rassegnarsi a guadagnarsi un'ulcera.
Davvero? Il ribelle sta proprio sbagliando strada così?
Il
mondo va verso il peggio? Se la vita giace nelle tenebre, lo spirito del male
regna. E se il male domina tutto, siamo alla deriva.
Vivere
ci stanca. Resta, tuttavia, il ricordo che i fragili affrontano un giorno alla
volta. Tutti coloro che si credono vigorosi saranno condannati all’uggia dei
Titani. L’onnipotenza non ci appartiene. Il Nazareno promise che i miti sono beati,
e che è di essi il regno eterno. Proseguiamo, quindi, così precari e fragili.
Soli
Deo Gloria
Ricardo Gondim
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