Com'è difficile pensare fuori dalla scatola



I più anziani guadagnano diritti giusti per l'età. Loro non hanno bisogno di aspettare nelle file, hanno sconto nei botteghini dei teatri e, in Brasile, non pagano il biglietto d’autobus. Invecchiare ha altri vantaggi meno ovvi. I più esperti guadagnano il diritto, per esempio, di arrabbiarsi. Noi gli permettiamo di reclamare dei rumori fastidiosi, della casa non ben ordinata e di altri dettagli che gli importunano. Io sono lontano da diventare un vecchio, ma già richiedo almeno un privilegio: Io voglio il diritto di sconvolgermi con persone pigre per pensare. Io ho scoperto anche un orrore: l'universo dell'indolente mentale è molto più grande di quel che immaginavo . Ne do un esempio. Uno studente di teologia visitò il mio sito e mi spedì il seguente messaggio: "Ricardo, il mio insegnante mi avvertì che Lei sta scrivendo molte eresie e che io dovrei scappare dalla Sua influenza perniciosa. Cosa ha da dirmi? È vero?"
 Io ammetto che il mio sangue dal Ceará, "cabra da peste”*, mi sono sentito ribollirlo. Io volli mandare via gli scrupoli, vestire la divisa di anziano e rispondere al novizio: Signor scioccone", Lei ha appena acceduto un sito con centinaia di testi che io ho scritto negli ultimi quattro o cinque anni. Perché Lei non si prende la briga di leggerli e prendere, per Lei stesso, delle conclusioni?". Io immaginai che così avrei fatto male alla sensibile pietà di quel giovane. Cancellai il messaggio, contai fino a dieci ed io non risposi niente. Ma ero un’altra volta inquieto, con voglia di scrivergli una sola frase: "Veramente, non sembra giusto che ci sia tanta difficoltà per la libertà e che sia così facile accettare controlli." Pensare non è difficile. Può essere pericoloso, ma non è complicato; può essere difficile, ma non è proibito. 
Io preferisco correre il rischio di mettermi in mostra alle minacce di un gruppo che mi identifica come eretico velenoso ad essere “accavezzato” da un maestro ottuso e preconcettuoso. È molto più degno avere la propria opinione che rigettare pregiudizi mal digeriti da qualcuno.La religione tenta di preservarsi. Perciò, crea dei "Guantanami." I "Galilei" che osano affermare le loro constatazioni, sono odiati dai sacerdoti finché non si ritrattino.
 Quando qualcuno rischia e non riga dritto è cacciato, come John Huss che non si adattò alle visiere farisaiche che gli furono date. Alcuni come Martin Luther King, che non si piegò allo status quo, hanno bisogno di sparire. La religione delle certezze non tollera una spiritualità che accetta alcune incertezze. Il fariseo ha bisogno di sistemi ermetici così che le sue opinioni sussistano. Nella base della certezza religiosa c’è la scarsità di dialogo. Meritano punizione quelli che si aprono alla verità che non consta sul “sermo generalis”.
 Davanti al dogmatismo, chi osa chiedere dei chiarimenti subisce l'esilio. L'élite ecclesiastica identifica come apostata chi tenta di guardare al di sopra i recinti determinati. Lei trova dannoso vedere se c'è vita fuori dal suo piccolo catechismo. Alla persona religiosa non interessa difendere il libero pensiero. Meglio creare un'atmosfera di antipatia ai "ribelli" perché si mette in dubbio quello che affermano anche prima di essere detto. Lamentevolmente, il problema non solo viene dal censore. La libertà non piace a tutti, alcuni preferiscono il gioggo, lo “spirito da mandria”: a capo basso, rispettano, odiano, rifiutano senza contestare. 
Ci sono momenti in cui le prerogative del vecchio mi danno voglia di urlare: "Pensa, amico. Per favore, pensa!". Altre volte sono misericordioso e voglio, in ginocchia, implorare: "Mio fratello, leggi; cerca di acquisire la più grande ricchezza che qualcuno può possedere: il senso comune." Io penso che ho già l’età di ammettere il nervosismo con le persone che si sono lasciate massificare dall'atmosfera religiosa. 
Io ho imparato nell'Internet l’ hashtag* #faleiepronto*; ecco il mio: Non ce la faccio più a parlare con persone che sono soddisfatte di ripetere dei gerghi e non hanno il coraggio di assumere tutte le conseguenze di quello che hanno appena detto". Pur diventi più complicato leggere ogni giorno comunicazioni simili a quella che ho ricevuto da quel giovane seminarista, sono già deciso: continuerò. Condividerò le idee, percezioni ed i sentimenti che mi sono cari. Il mio unico desiderio è contribuire con la nostra umanizzazione. E che Dio mi aiuti! 

 SOLI DEO GLORIA

 Ricardo Gondim 

 *Cabra da peste: termine usato nel Nordest del Brasile per rifersirsi agli uomini coraggiosi oppure che millantano di esserlo nei confronti degli altri. 

*Hashtag: termine usato in un microblog per segnalare menzioni ad alcun utente oppure alle parole chiave più usate nelle discussioni in rete. Viene rappresentato dal simbolo cancelletto. Il più famoso blog su Internet è il Twitter, molto diffuso in Brasile. 

*Falei e pronto: frase enfatica per dare termine ad una discussione. Qualcosa come: "Basta, l'ho detto."

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