Figli dell'Impossibile



Se c’è da inebriarsi di qualcosa, che sia del vino dello spirito. Nel vento selvaggio, che ci culla da un lato all'altro come dei pannolini sulla corda da bucato, lasciamo che la bellezza, il formidabile e l’abbagliante ci riempiano. Se esiste qualche gravità spirituale, che essa ci pieghi sotto il giogo della mansuetudine.
Che una presenza ci tuffi nel mistero insondabile. Liberiamo le braccia, rilassiamo le spalle, alleviamo la mascella e navighiamo nell'oceano interminabile del trascendente;  esso è dolce . Siamo convinti che l’ombra di Dio si rivela nell'ala della graúna*, nel ruscello senza pretesa, che corre da qualche valle, nello sguardo dell'anziano ed in ogni gesto d'amore. Inzuppiamo i corpi con l’azzurro del cielo. Non dimentichiamo: l'universo senza confini è fonte di paura e di verità.
Imariamo ad apprezzare i piccoli gesti. Rammentiamo i momenti fugaci – coloro che esistono soltanto nella retina degli occhi spirituali. Non lasciamo morire i sorrisi, i tochi e le sillabe sciolte; queste piccole lamelle dell'eternità ci segnano come figli e figlie dell’Altissimo.
Tutti portiamo una costodia di gioielli nel petto; in esso conserviamo l’unico tesoro che la ruggine non corrode: le nostre memorie. Siamo attenti a preservare il giorno in cui alcun amore gentile ci ha salvato dal disdegno, e alcuna ospitalità ci ha insegnato la forza del volere bene.
 Toccati dall’imperituro, lasciamo che la speranza ci dia coraggio. Abbiniamo genialità della poesia, la dolcezza della prosa con l'erudizione del pensiero per guadagnare l'impulso di correre e saltare di gioia. Se ci abbandoniamo all’abbraccio divino, tutto ci conquisterà. Pazzi a metà, immagineremo la vita trafitta dall'eternità. Sentiremo parte di un mondo straordinariamente impossibile. La nostra attenzione si manterrà fissa in orizzonti più improbabili. Lasciamoci quietare, altrettanto, nelle più immense cattedrali – a patto che vuote. Sfidiamo il destino. Non molliamo, anche se le piste hanno il nome di Malinconia. Manteniamo la sensazione di viaggiare accanto ad uno sconosciuto compagno – quello che possiede il dono di far ardere i cuori. Che resti l’imperativo di rivestirci di gentilezza. Che resti la voglia di sciogliere i nodi tanto dello screzio quanto della guerra.  Inondiamoci di benignità. Compieremo il destino di vivere, se non perdiamo lo slancio di aspettare e forgiare un mondo dove giustizia e pace si baciano.

 Soli Deo gloria 
                                                              
Ricardo Gondim


*Graúna: Nome scientifico Gnorimopsar chopi, è un uccello nero della famiglia Icteridae, tipico delle savane aride. Può essere trovato nel Sudamerica in Argentina, Bolivia, Brasil, Paraguai, Peru e Uruguai. 

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